Angolo delle interviste: Greta.

Pubblicato da Alberto Avitabile il

In questa rubrica, cercherò di spaziare tra le varie figure inerenti il BDSM: Master, Mistress, slave, switch e via andando, senza distinzione di sesso o età; vedremo un insieme variegato di umanità, pensieri.

Oggi ho avuto il piacere di raccogliere il pensiero di Miss Greta che ringrazio.
  • Ciao Greta e grazie per il tempo che mi concedi. Per iniziare una piccola presentazione di te.

Sono Greta, di Napoli e ho 48 anni.

  • Come sappiamo non ci si inventa Dominante né slave, come ti sei accorta e accettato il tuo essere Mistress?

Nasco switch ho sempre avuto entrambe le indoli in me, all’inizio era un po’ difficile capire e comprendere ma poi c’è l’ho fatta.

  • Hai avuto un/a mentore oppure hai dovuto capirlo da sola e poi iniziare la tua strada?

All’inizio mi sono informata ed ho letto i vari significati, poi è stato istinto, ma ero molto rozza in entrambi i ruoli. Solo grazie all’appartenenza al mio Padrone ho capito tutto. Lui è stato non solo il Padrone ma anche il Mentore.

  • So che sei una Miss che crede nella magica parolina: appartenenza; la più lunga?

Due anni da slave, uno da Miss.

  • Il tuo essere slave si ripropone ogni tanto oppure è definitivamente chiuso in soffitta?

Diciamo che ogni tanto affiora, ma lo rimetto in silenzio.

  • Hai mai chiuso un Collare di Schiavitù o full collar? Se no, perché?

Si, l’ho chiuso.

  • Nel tuo percorso, immagino, avrai trovato belle persone e qualcuna meno; il bilancio è positivo, in pareggio o negativo?

Positivo, perché io sono un’ottimista di natura, ma se valuto le persone, nella mia esperienza sono più quelle negative che quelle positive.

  • Una frase, un pensiero per rappresentare a chi legge il tuo BDSM: come lo descriveresti?

Passione. Se non c’è non si va da nessuna parte.

  • Stessa domanda che ho fatto a Shiri: Oggi sta prendendo piede il cosiddetto BDSM 2.0 dove ognuno reclama la prorpia libertà di viverlo come meglio gli aggrada, fino a “ripudiare” quelle che sono state le regole non scritte a cui tutti ci siamo attenuti, nonostante i vari distinguo; cosa ne pensi?

Non mi piace, è vero che ogni uno lo vive come vuole, ma se non hai delle regole intrinseche dentro non chiamarlo BDSM.

  • È risaputo che mi stanno molto a cuore i collari, il primissimo e più riconoscibile simbolo del BDSM; ci racconti cosa sono per te?

Per me ha un significato importante, partiamo da quello di protezione (l’ho dato a due slave donne) quello di considerazione, quelli di addestramento, per poi arrivare al vero collare di appartenenza. Sono tutti passaggi da fare con la giusta calma, mai correre.

  • Molte Miss hanno indifferentemente uno/a slave; riusciresti a dominare una femmina biologica?

Si, sono bisex; a mio avviso la dominazione non ha sesso (inteso maschio femmina).

  • Per chiudere una tua riflessione sul BDSM.

Il BDSM se vissuto come si dovrebbe è un mondo magico e bellissimo, ma lo stanno sporcando. Io ho vissuto da slave un’appartenenza che era praticamente una favola: la schiava non è un oggetto che si usa e poi si posa in un angolo, ma va curata ed a volte anche amata, è una perla rara. Lo stesso comportamento l’ho avuto io con i miei schiavi, tant’è che nonostante sia finita, mi adorano ancora.

Come diceva Totò signori si nasce… Chi vuol capire che capisca.

Grazie del tuo tempo Miss Greta!