Angolo delle interviste: Luc.
Ciao Luc grazie per il tempo che mi concedi, per rompere il ghiaccio, una piccola presentazione di te: età, provenienza…
Buongiorno, mi chiamo Luc Besson (nick scelto perché amo i film del regista francese) sono toscano ed ho superato il mezzo secolo.
- Iniziamo: come, quando e a che età hai scoperto di avere qualcosa di dominante che aleggiava in te?
Devo dire che, col senno di poi, mi sono reso conto di avere questa indole già da molto tempo prima di prenderne atto, dico questo perché con le bambine con cui giocavo al dottore da piccolo amavo attaccare le mollette a mo’ di termometro ed adoravo tirare loro i capelli, mi piaceva proprio anche se non ne capivo il perché… Detto questo, in pratica ho capito che amavo dominare, sottomettere e che provavo piacere nel farlo donando dolore, umiliazione e degradazione (è forte anche la mia componente fetish).
All’età di 18 anni grazie ad una ragazza, con la quale, dopo un po’ che stavamo insieme, è riuscita a vedere in me ciò che invece io non riuscivo a far emergere e mi ha introdotto nel giro delle sue amicizie sadomaso (si riunivano tutti i fine settimana in un locale di proprietà di una di queste persone). Lì, col tempo e con assiduità, ho imparato e compreso molto di ciò che ancora adesso amo vivere.
- Che rapporto avevi con le ragazze e come hai iniziato a sperimentare qualcosa?
Riprendendo il discorso dalla precedente risposta, avevo degli istinti che mi portavano a mordere le labbra e anche i capezzoli durante le storielle con le ragazzine ma non mi rendevo affatto conto del perché.
Questo fino a quando non ho incontrato Maria Luisa che, appunto, amava quei morsi e i miei modi un po’ rudi e mi incitava a sculacciarla o schiaffeggiarla ecc. ecc., poi davanti ad una pizza mi ha spiegato che lei amava questo genere di rapporti e che secondo lei lo stesso valeva anche per me… da lì, come ho risposto sopra, è cominciato il mio “apprendistato” che è durato ben 2 anni fino a che ho conosciuto la donna che è ancora mia moglie e me ne sono innamorato al punto tale di sentirmi addirittura sbagliato in questo mio praticare SM.
Infatti dal momento che mi sono messo con lei, e poi sposato, ho messo via dentro di me questa indole e tutto ciò che ero diventato per vivere il mio amore vanilla.
Era da poco passata la metà degli anni 80 e fino ai primi 90 non è che esistesse molto sia in termini di informazioni in termini di SM poi divenuto BDSM per tanto ho davvero pensato di avere qualcosa che non andasse ed inoltre vivevo anche in un piccolo paese che non offriva certo le possibilità di conoscenze di Milano o Roma.
- Hai avuto qualche Mentore, oppure come molti hai dovuto “arrangiarti” a capire questo “nuovo e strano mondo” da solo?
Come già detto sono stato fortunato, ho avuto “lei”, poi una volta entrato in questo ambiente sebbene privato, della zona romana, è stato molto facile sia apprendere che crescere in questo ambito; di mentori sia uomini che donne ne ho avuti diversi e credo che, siano stati così gentili con me prevalentemente perché stavo con lei che era già a quel tempo una manager affermata di una nota azienda a livello mondiale ed aveva ben 10 anni più di me.
Per fortuna si era presa una bella botta per me… sono stato molto fortunato… lo ripeto, forse avrei scoperto la mia indole lo stesso più avanti; ai giorni nostri è più facile per la maggiore circolazione di informazioni o forse, chissà, sarei rimasto nel piccolo spazio del mio mondo Vanilla per sempre.
- La tua vera prima volta in sessione: ci racconti l’emozione del momento, unita alla consapevolezza che una persona si fidava al punto da mettere il proprio corpo nelle tue mani?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo andare un po’ più avanti col tempo rispetto a ciò che ho già raccontato; finché stavo con lei e praticavo in quell’ambiente ero seguitissimo in un percorso di progressiva crescita e scoperta di ciò che amavo fare e come si doveva fare, ma anche di ciò che invece NON mi piaceva e nonostante avessi imparato e provato, non lo avrei più fatto, per cui la mia prima vera sessione l’ho avuta alcuni anni più avanti quando la mia indole messa in letargo dal matrimonio è esplosa di nuovo come un vulcano.
Lei era una giudice bella sensuale e rossa, senza entrare nel merito di come ci siamo incontrati ed arrivati alla prima sessione ti dico che avevo il cuore a mille già dal giorno prima e nonostante fosse già tutto organizzatissimo avevo paura che qualcosa potesse andare storto, anche per la responsabilità che mi assumevo nell’avere una schiava che si affidava a me in tutto e per tutto (limiti esclusi ma erano pochissimi); quando finalmente la porta della stanza si è chiusa e lei era già in ginocchio davanti a me, tutte le paure sono svanite e di colpo come in un esame universitario che va a buon fine tutto è stato magico.
La sensazione che non dimenticherò mai fu il piacere di entrambi nel sentirsi finalmente liberi di vivere queste emozioni.
- La prima vera Appartenenza, com’è nata e come si evoluta?
Posso dirti che la prima vera appartenenza è stata questa che ho descritto sopra, è durata ben due anni e si è evoluta con il coinvolgimento random di una terza figura slave che ogni tanto si univa a noi per arricchire il “gioco” (anche se gioco non lo è mai a mio avviso) e nell’evolversi è caduto anche qualche limite, ma sempre consapevolmente desiderato da entrambi.
- Da Uomo, com’è vivere e gestire una parte del tuo intimo essere che, poco si sposa con la cosiddetta “normalità”?
Appunto è un contrasto che all’inizio mi ha portato anche a sentirmi “sbagliato” o come dicevano negli anni 80 “malato”, ma una volta ripreso a vivere con determinazione mi ha permesso di sentirmi a posto con la mia coscienza al punto tale che mi sento normale proprio perché riesco a vivere ciò che sono anche se in modo parallelo alla vita vanilla; (ho provato a tastare il terreno con mia moglie parlando di sessualità in generale, ma mi sono reso conto che, per chi non conosce e non ama questo mondo, siamo dei violenti se non addirittura maniaci e pertanto ho preferito desistere e rimanere entro i confini del famolo strano con lei).
- Parlando di normalità, ne hai una personale definizione?
E’ bello che nelle risposte precedenti anticipo sempre la domanda successiva ti dico solo che ora mi sento tanto normale anche se fortemente privilegiato.
- Il Bdsm, come tutte le cose umane sta evolvendo: è qualcosa a cui ti stai adeguando, oppure porti avanti le tue idee senza tener conto delle novità?
Faccio fatica ad adeguarmi ad alcune evoluzioni del BDSM e a capire alcuni comportamenti di alcune schiave moderne, le definisco in modo un po’ ironico “Anastasie”, nate dopo la famosa saga di libri e film delle sfumature, pur rispettando chi vive il BDSM in modo diverso le trovo poco schiave. Inoltre resto fedele come preferenza al vivere le storie BDSM in appartenenza piuttosto che, come vedo sempre più spesso fare in modo sciolto e distaccato, con sessioni in Play e non, ma fine a se stesse.
- Il mercimonio è vecchio come l’uomo, ma la piega che sta prendendo, nel nome del BDSM è qualcosa di naturale, oppure è una semplice cosa di mercato: domanda/offerta?
Mi era stato insegnato e ho sempre vissuto il BDSM per il piacere delle emozioni, mai passato per la testa di farne un business; molte persone, prevalentemente Miss, hanno trovato il modo di farne un attività redditizia e in alcuni casi, noto, alcune di queste che, al contrario delle prime di Miss, non si fanno scrupoli nell’approfittarsi di debolezze altrui per spillare denaro.
Preferisco fermarmi qui, altrimenti rischio di accendere una polemica accesa, ma resta il mio pensiero nei confronti di chi si approfitta in questo modo.
- Si parla tanto di social in tutti i temi declinati: hanno solo messo in contatto persone che forse non si sarebbero mai incontrate, oppure ne hanno abbassato il livello, dando indistintamente voce a tutti?
Credo un po’ entrambe le cose; anche a me i social hanno permesso di conoscere e successivamente vivere emozioni insieme a persone che, forse, altrimenti non avrei incontrato, ma allo stesso tempo ha creato una moltitudine di leoni e leonesse da tastiera che, in modo anche arrogante, si elevano a “sottuttoioooooo” e combinano disastri anche notevoli. Capita poi, sempre dopo l’uscita di quei libri e successivi film che, molti si sono improvvisati Dom/Master/Miss e schiave/i, con risultati a dir poco disastrosi, risultando ad un occhio attento MDC/MDF.
Si, ne ho avuti e devo dire che in alcuni casi è stato bellissimo, ma in altri terribilmente impegnativo e disastroso in termini di impegno e difficoltà varie, gestirli non è per niente facile.
- In questo momento hai una schiava e se si, sei soddisfatto del rapporto?
Non posso rispondere a questa domanda in quanto per poterlo fare bisogna almeno aver avuto delle sessioni complete, la conoscenza non può essere definita niente più di ciò che è.
- Quale pratica preferisci usare in sessione e perchè?
Da buon sadico/fetish non so limitarmi ad una sola pratica; anche volendo non so proprio scegliere e scindere, cominciando dal facespit/faceslap al disegnare quasi tutto il corpo con vari tipi di frustini/cane/fruste, come un pittore crea la sua opera d’arte partendo da una tela bianca. Segni rossi che si susseguono e si intrecciano su schiena glutei seni cosce ed altre parti del corpo, sia da immobilizzata con delle belle legature, non sono amante dello shibari nonostante ammiro i grandi che creano meravigliose legature anche sospese, che costrette a mantenere posizioni e resistere in silenzio, ma amo troppo anche tutta la parte della sottomissione e della degradazione per poter fare una scelta.
- Sei un Dominante duro, oppure attraverso il dialogo indirizzi la schiava?
Il dialogo a mio avviso non deve mai mancare, lo ritengo fondamentale in tutte le fasi del rapporto, ma quando si va in sessione lì esigo ubbidienza e devozione assoluta, l’unica cosa che le è concessa in sessione è la Safeword che, non deve esitare ad usare qualora ce ne fosse bisogno per validi motivi.
- Quale rapporto hai con le punizioni e quale con i protocolli?
Le punizioni servono per correggere dei comportamenti, delle mancanze e a volte per educare, ma se diventano necessariamente prolungate ritengo che qualcosa vada rivisto nel rapporto; i protocolli non li ho mai seguiti particolarmente, tranne in rare occasioni dove abbiamo interagito con altre persone in eventi.
- Preferisci rapporti brevi ma intensi, oppure lunghi, in cui il tempo gioca la sua parte?
I rapporti BDSM a mio avviso non sono molto diversi da tutti gli altri rapporti, ce ne sono di intensi e brevi ma anche di intensi e duraturi; è notorio e lo spiego sempre all’inizio di ogni appartenenza che, come hanno un inizio possono avere una fine e bisogna accettarla con dignità. Possono terminare per molteplici motivi, sopraggiunta impossibilità di vedersi, trasferimenti o esaurimento del percorso e magari non hanno più niente da dare, ecc. Se proprio devo scegliere, preferisco un percorso lungo che mi permetta di farla crescere al massimo e soddisfare appieno ogni mio desiderio.
- Hai una sessione base su cui poi costruisci il gioco oppure è fantasia al potere?
Tutte le schiave con cui mi sono rapportato mi dicono che sono un vulcano e che la mia mente è in continua evoluzione; le sessioni non saranno mai base e anche se ci si concentra su una singola pratica che, impegna tutta la sessione, non sarà mai come viene prevista, inserisco sempre tante variabili.
- Il tuo essere Dominante, si riflette anche nel quotidiano oppure è relegato ai soli momenti di gioco con la partner?
Tendo ad esserlo sempre anche se in modo diverso nel quotidiano.
- Mi rendo conto di essermi dilungato tanto, per concludere un libero pensiero.
Sono io che ti ringrazio, parlare del nostro vissuto, anche questa è emozione…
Ci sono tante persone che giudicano senza conoscerci, altre che ci fanno terra bruciata attorno perché non hanno saputo accettare la fine di un rapporto, altre ancora invece perché magari avrebbero voluto e in me non è scattato niente.
Ci sono persone bigotte che giudicano perché non hanno il coraggio di osare tanto… altre ancora perché dicono che è comodo avere la mogliettina che tiene la casa e l’amante per fare BDSM, che persone piccole, a tutte queste persone voglio lasciare la famosa frase: “a chi giudica il tuo cammino, prestagli le tue scarpe”
Grazie del tuo tempo!
È stato un piacere.