Giudizi universali
Dare giudizi, si sa, è come lamentarsi, insito nell”essere umano. Lo facciamo tutti ed è quasi normale che sia così. Soprattutto in tempi più antichi, saper giudicare un pericolo, una situazione o una persona in un breve lasso di tempo, poteva rivelarsi fondamentale anche per la sopravvivenza.
Qui ovviamente non stiamo parlando di situazioni estreme, ma del semplice vizio di etichettare tutto e tutti.
Perché un’etichetta su di una persona o su di un modo di fare equivale ad un giudizio. Come se ognuno avesse un proprio preciso ruolo sociale e, il fatto di non aderirvi o riconoscersi, sia peccato mortale. Ma un uomo o una donna possono davvero essere relegati ad un ruolo? Sicuramente no. Sembra quasi scontato dirlo oggigiorno. Eppure se le cose stessero veramente così, il mondo sarebbe totalmente diverso e sicuramente migliore.
A volte siamo noi per primi i peggiori giudici di noi stessi attribuendoci ruoli o status che non ci rappresentano totalmente e che, al contrario, ci creano anche non pochi sensi di colpa. Abbiamo in testa determinati cliché su di noi e sugli altri che sono oltremodo deleteri. Cliché che, la nella maggior parte dei casi, non interessano a nessuno… Forse perché siamo i primi ad avere la necessità di identificarci in qualcosa: il lavoratore, la madre, il padre, la moglie. Può sembrare un ragionamento datato nel 2023, eppure io credo sia ancora molto attuale, anche se forse in maniera leggermente diversa rispetto al passato.
Partiamo dal presupposto che riuscire davvero a non classificarsi è davvero una cosa per pochissime menti, perché che lo si voglia o no, che ne siamo coscienti o no, si cerca sempre una sorta di identità, di riconoscimento, legittimazione e, alla fine, di approvazione. E l’identità per forza di cose la dà il gruppo, non l’individuo. Quindi è un fattore del tutto normale in molti tipi di società.
Ciò che probabilmente conta è non lasciarsi ingabbiare nei pregiudizi e nei giudizi sia per quanto riguarda se stessi, sia nei confronti degli altri, capire che ognuno non è e non può nemmeno essere solamente un ruolo o un aspetto di sé. Sono così tanti in effetti che non renderemmo loro giustizia…