Kinky me
Cos’è per me il B.D.S.M.?
Sembra una domanda semplice ma così semplice non è. Innanzitutto perché la risposta non è così scontata come sembra.
Kinky me
Secondo me, il B.D.S.M. rappresenta in primo luogo uno dei modi in cui esprimo me stessa, una parte di me. E’ il modo in cui prende forma una parte del mio mondo che è chiusa nel profondo da quando mi ricordo, è un modo sicuro per esplorare una parte che troppo spesso tacciamo anche a noi stessi perché rappresenta il lato oscuro, la parte della violenza, del sopruso, della degradazione, del controllo, della prevaricazione…tutto quello che, giustamente, la società rigetta e rifiuta.
Ci sono persone che tengono questi aspetti come fantasie intime e nascoste, e chi invece decide di provare a viverle in un clima di fiducia assoluta e sicurezza. E’ una parte che esce fuori, che si decide di far uscire come uno dei modi di esprimere appunto se stessi.
Per quanto mi riguarda, le pratiche o gli aspetti in cui provo più soddisfazione sono forse quelle che prevendono uno scambio di potere, tutti quei giochi in cui i partecipanti si pongono su due piani diversi, cioè gli ambiti in cui o ci si immedesima in qualcosa che sia altro.
Può essere un esempio il comportarsi come un animale nella pratica pet play, oppure quella in cui si simula una marcata differenza di età come accade nell’age play. Questo potrebbe derivare da un bisogno di cedere il potere in modo “automatico” e inequivocabile: un animale non è mai sullo stesso piano della persona, così come il bambino non è sullo stesso piano dell’adulto.
Si può forse dire che le pratiche citate interpretano il desiderio di sentirmi qualcosa di diverso da quel che sono nella mia vita quotidiana: interpretando un ruolo nuovo o aspetto recondito di me stessa, sono concesse cose e situazioni che normalmente non sono accettabili e accettate. In uno squilibrio di potere così marcato è permesso il lusso di liberare una parte sconosciuta del sé.
Un altro aspetto che fa parte delle mie fantasia è tutto ciò che ha a che fare con la violenza, cosa tra l’altro più comune di quello che si pensa. Si può dire che non ami particolarmente ciò che abbia a che fare con il dolore in sé, ma con tutto ciò che rimanda ad un senso di abuso, di uso del mio corpo, di degradazione, di possesso. A questo si aggiunge, quasi con naturalezza, il concetto forza e di costrizione…che altro non è se non un altra faccia dello scambio di potere: il Dom in posizione di forza costringe e dispone a suo piacimento del sub.
Inutile forse provare ad indagare i motivi profondi delle fantasie, voglie e desideri che si manifestano in ambito BDSM. Probabilmente a volte rappresentano una fascinazione di quello che non si fa, di quello che non va bene e non si deve fare, e spesso nemmeno dire. Certamente si tratta di una valvola di sfogo e di una via d’uscita che cerca di trasformare in sicurezza un “non si può” ad un “si può dire, si può fare”, un livello di libertà di cui si ha bisogno.
Per esprimere tutto ciò è però necessario un profondo legame di fiducia che, per mia fortuna, ho trovato in Lui. Solo una vera condivisione e intimità rendono confessabile l’inconfessabile.
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