Algofilia
o ALGOLAGNIA. Tendenza a trarre piacere dal dolore in attività sessuali.
Per alcuni autori l’algofilia non è in senso stretto una parafilia, in quanto la parafilia implica una selettività, un’univocità e un’urgenza nei confronti dell’oggetto, della persona o della situazione erogena. L’algofilo invece può godere di una sessualità comune ma, se sottoposto a dolore fisico, diverrebbe incapace di controllare la propria reazione a motivo del piacere generato da esso. Molti soggetti algofili hanno un’alta tolleranza alla sopportazione del dolore e quindi possono assuefarsi ad esso ed entrare in una dimensione di dipendenza.
La medicina insegna infatti che le due sensazioni di piacere, sono strettamente correlate, per almeno due buoni motivi.
Il primo è che entrambe viaggiano in gran parte lungo gli stessi percorsi neurologici, per cui la differenza fra piacere e dolore sta solo nell’intensità dello stimolo. Poiché il confine fra le due percezioni è personale e variabile (per l’abitudine, per livello di eccitazione, per le condizioni biochimiche, ecc.) è possibile quindi trovare piacevoli anche sensazioni apparentemente sgradevoli.
La seconda ragione è di tipo chimico. Il nostro organismo reagisce a condizioni di particolare stress o sofferenza producendo endorfine, sostanze chimiche analoghe alle molecole della morfina che generano sensazioni di estremo piacere ed euforia. Il dolore può quindi attivare il cosiddetto “rush endorfinico”, che a un encefalogramma appare identico allo stato di estatica beatitudine provato dai mistici di ogni cultura durante le loro meditazioni.
Il piacere erotico ottenuto tramite il dolore fisico può essere vissuto sia in forma passiva che attiva, quindi il termine algofilia, sinonimo di sadomasochismo, può assumere due forme: algofilia attiva ovvero sadismo e algofilia passiva che è il corrispettivo di masochismo.
La separazione culturale tra dolore e piacere si ha, in modo netto, alla fine del 1800 con la teorizzazione (Kraft Ebing incluso) che il loro abbinamento è sintomo di grave malattia.
Sui processi di trasformazione del dolore in piacere si è molto discusso non solo in psichiatria, ma anche, recentemente, in neurologia. Alcuni ricercatori hanno scoperto che nel nostro cervello i centri del piacere e del dolore sono vicinissimi, ma ciò non spiega come nel campo dei praticanti SM la soggettività sia massima e che solo certi dolori vengono trasformati in piacere.
Rimane comunque assodato l’effetto delle endorfine ossia le morfine autoprodotte dall’organismo per combattere il dolore. Queste endorfine si legano ai recettori oppiacei del cervello determinando non solo una attenuazione del dolore, ma anche uno stato di quasi euforia. Anche questo dato non risolve del tutto il mistero di certe e circoscritte trasformazioni del dolore in piacere.
Algofilia è un termine coniato da Schrenk-Notzing nel 1892 per definire l’amore per il dolore fisico e più precisamente il piacere ricavato attraverso il dolore. Già nel Kamasutra si parla del dolore come di un mezzo per accrescere il desiderio. In molte epoche e culture si parla chiaramente ad es. della flagellazione come rimedio alla caduta dello stimolo sessuale e contro l’impotenza.
Dal greco ‘àlgos’ dolore; ‘lagneia’ voluttà