G String
Il G STRING è un’indumento intimo specificamente concepito per coprire esclusivamente la zona pubica e per essere compatibile con alcuni tipi di abbigliamento.
Pur essendo molto simile al perizoma, presenta, rispetto a quest’ultimo, delle differenze tecniche di design che lo rendeno nei fatti non solo più succinto ma anche quasi completamente invisibile sotto abiti attillati.
Inoltre, esistendo modelli diversi concepiti specificatamente sia per l’uso maschile che quello femminile, al contrario del perizoma, possono essere indossati sia dagli uomini che dalle donne.
È composto sulla parte anteriore da un minuscolo pezzettino di stoffa, che riesce a malapena a nascondere la zona pubica mentre, la parte posteriore, è costituita esclusivamente da un cordoncino, in tessuto o elastico, che passa tra le natiche e si ricongiunge al tessuto, o all’elastico, che cinge la vita, lasciando completamente scoperte le natiche, cosa questa che permette di mettere in maggior risalto le forme del corpo pur se coperte da abiti.
La definizione G string deriva dal termine geestring, parola usata nel 19° secolo per indicare la corda che teneva fermi i lembi dei tessuti, che pendevano davanti e dietro, degli indumenti degli indiani d’America e da alcuni coloni.
Il termine fu usato, dal giornalista americano William Safire, (1929 –2009), nella sua Ode on a G-String, per indicare il perizoma, in un articolo pubblicato dal New York Times nel 1996.
Safire, menziona anche l’opinione del linguista Robert Hendrickson secondo cui G (o gee) sta per inguine, che all’epoca era considerata una parola tabù.
Lo stesso Safire menziona anche l’opinione del linguista Robert Hendrickson secondo cui G (o gee) sta per inguine, termine tabù vietato dai costumi sociali dell’epoca.
Mentre Cecil Adams, autore del blog The Straight Dope una popolare colonna di domande e risposte pubblicate a livello nazionale dal 2 febbraio 1973 al 2018 sul The Chicago Reader, ha proposto invece come ‘origine del termine G STRING la definizione girdle string, poiché gia cosi attestata nel 1846. La vera identità di Cecil Adams è sempre rimasta segreta anche se si è ipotizzato che dietro questo pseudonimo si nascondesse Ed Zotti (1951), “editore e confidente” dello stesso Cecil Adams.