MA
Parola giapponese che viene usata anche nella pratica del bondage in stile giapponese per riferirsi sia allo spazio che intercorre tra colui che lega e la sua modella, sia al modo in cui il legatore si avvicina ad essa ma, anche, al ritmo o al tempo stesso della legatura.
Le origini di questa espressione, usata frequentemente anche nella quotidianità e che, nel tempo, ha influenzato fortemente la cultura giapponese, si possono rintracciare già nei pensieri filosofici giunti in Giappone attraverso i contatti con la Cina, ovvero buddhismo e taoismo.
Il termine MA, che può essere tradotto come intervallo, spazio, pausa, periodo o spazio vuoto tra due elementi strutturali, è in realtà un concetto estetico, filosofico e artistico molto complesso e difficile, o quasi impossibile, da definire con precisione perché, contemporaneamente, ha valenze spaziali, temporali, mentali e relazionali.
Per meglio comprendere questo concetto, e usando per similitudine una casa tradizionale giapponese, dobbiamo rifarci al ideogramma con cui si scrive il MA, 間, ove, il componente esterno 門, raffigura il richiamo pittografico e semantico a un elemento architettonico fisso che rappresenta un intervallo nella sua dimensione spaziale, quale ad esempio una porta che segna il confine tra l’esterno e l’interno, il dentro e il fuori, mentre, il secondo elemento raffigurativo, ossia il componente interno 日, che significa giorno, sole, rappresenta un elemento di tipo mobile, temporale, anzi rappresenta la misura stessa del tempo simboleggiata dall’astro solare.
L’insieme di questi due elementi opposti, spazio e tempo, vanno a creare il valore preposizionale del carattere e, quindi, del suo significato, in cui si fondono insieme i valori spaziali e temporali, legandolo cosi, inseparabilmente, alla percezione dello spazio, del tempo e dell’insieme spazio-tempo.
Considerando però che nell’architettura tradizionale giapponese, strutturalmente le stanze non sono altro che degli spazi provvisori, determinati dall’apertura e dalla chiusura di pareti mobili, o porte, che vanno a ritagliare, per un determinato periodo di tempo e a seconda delle necessità, uno spazio più grande per definirne uno più piccolo, possiamo dire che, pur mantenendo caratterialmente la sua dimensione spaziale e temporale, il termine MA, a seconda delle espressioni nelle quali è utilizzato, e in senso più generale, assume anche il significato di momento giusto e opportuno.
Inoltre, sapendo che per poter passare dalla porta di casa e arrivare al suo interno, bisogna prima passare per il cosiddetto confine della casa, chiamato in giapponese Engawa, ossia una sorta di veranda che corre lungo tutto il perimetro esterno della casa andando a separare l’interno dall’esterno, si può affermare che, nella separazione spazio tempo, grazie a questo ambiente di transizione e passaggio, esiste anche un elemento di sosta o pausa che completa il termine MA pur se di fatto, graficamente, non è rappresentato nell’ideogramma stesso.
Nelle case giapponesi esistano tanti altri spazi cuscinetto come l’engawa che, modulando il passaggio all’interno della casa o del tempo, creano degli spazi intermedi i quali, riducendo il contrasto tra interno ed esterno, diventano vere e proprie aree di sospensione o vuoto, dove la pausa si manifesta ma, questo vuoto, è in realtà un vuoto pieno di senso proprio attraverso l’utilizzazione dello spazio che, nel tempo, offre un potenziale di riempimento e sistemazione.
Nel pensiero giapponese, infatti, lo spazio non è rigorosamente tridimensionale come invece accade nel pensiero occidentale, bensì, con l’aggiunta del tempo, diventa quadrimensionale. Quindi, la presenza dello spazio vuoto diventa fondamentale tanto quanto la presenza dello spazio pieno.
È proprio per la sua peculiarità di includere contemporaneamente i significati di tempo, spazio e spazio-tempo che la parola MA può sembrare in un primo momento vaga ma, è proprio la molteplicità stessa dei significati racchiusi nella brevità della singola parola, che fa del MA un termine concettuale unico e senza equivalenti nelle altre lingue infatti, un importante dizionario della lingua antica giapponese, l’Iwanami, definisce in maniera globale il MA come l’intervallo che esiste obbligatoriamente tra due cose che si succedono, definizione questa che porta necessariamente all’idea di pausa, quindi il MA, senza esserlo, è in realtà ciò che implica e da qui la vera difficoltà nel definirlo.