Rabbit
Negli anni ’80, su commissione dei principali brands occidentali, la produzione dei sex toys era quasi esclusivamente affidata a grandi fabbriche, ubicate per lo più nei paesi orientali.
In Giappone, dove la maggior parte dei giocattoli erotici di allora venivano fabbricati, esistevano però delle rigide leggi anti-oscenità e, un dispositivo prodotto chiaramente per un uso sessuale, poteva causare seri problemi legali.
Nel 1983 la Vibratex, società americana che faceva realizzare i suoi prodotti in Giappone, inventando un escamotage per non infrangere la legge, iniziò a produrre i suoi sex toys definendoli massaggiatori per il corpo o oggetti di design e, abbandonando la classica forma fallica, troppo spinta per le leggi giapponesi, li camuffò in tre teneri animaletti dalle varie forme e colori sgargianti: un canguro, un castoro ed una tartaruga.
Nel 1984, ad un anno di distanza dai primi, lanciò sul mercato un nuovo vibratore a forma di coniglio proprio in omaggio al Giappone, dove il coniglio è un animale portafortuna.
Questo vibratore, chiamato Rabbit, era un vibratore a doppia stimolazione dalla forma fallica più o meno esplicita, che presentava una struttura composta da due estremità: un corpo centrale, più alto e prominente rivolto alla penetrazione vaginale, che conteneva al suo interno delle sfere rotanti per la stimolazione delle pareti vaginali, e uno, di dimensioni più ridotte, che presentava sulla punta due protuberanze (le famose orecchie del coniglio) atte a stimolare, contemporaneamente ed efficacemente, il clitoride.
I vibratori Rabbit prendono il nome dal prototipo originale della Vibratex, il Rabbit Pearl, che fu commercializzato per la prima volta nel 1984. Questo sex toy aveva, sulla parte esterna, delle piccole e morbide orecchie da coniglietto che oscillavano e tremolavano ai lati del clitoride e, mentre il dispositivo vibrava, faceva ruotare anche una fila di perline presenti sulla sua asta, progettate per poter dare piacere anche alle pareti vaginali.
La notorietà di questo toy, detto anche Jack Rabbit Vibrator o Jessica Rabbit Vibrator, avvenne grazie ad una puntata della famosa serie televisiva Sex and the city, trasmessa nell’agosto del 1998, ove, una delle protagoniste, prestò il suo Rabbit alla sua amica, rendendola così incapace di uscire di casa per via della forte dipendenza indotta dal vibratore.
La conseguente eccessiva richiesta di acquisto, dovuta anche all’avvento dei sexy shop online, spinse le case produttrici di giocattoli erotici dell’epoca, a produrre delle proprie versioni di questo tipo di vibratore andando così a rivoluzionare, in maniera indelebile, la masturbazione femminile e la stessa industria dei sex toys: secondo un’indagine condotta nel 2013 dal sito italiano MySecretCase, il Rabbit occupa il terzo posto tra i sex toys più venduti online.
Oggi, principalmente, è un vibratore dalla forma più o meno fallica, noto anche con il nome di Jack Rabbit Vibrator o Jessica Rabbit Vibrator, che presenta una struttura composta da due estremità: un corpo più lungo per la penetrazione vaginale, talvolta curvo in punta per stimolare il punto G, e uno di dimensioni più ridotte che presenta sulla sua estremità o due linguette morbide (le famose orecchie del coniglio).
In diversi modelli il coniglietto ha perso la sua forma originale e, alcuni, sono anche forniti di una terza protuberanza che s’inserisce nel retto, altri ancora possono essere dotati di diversi motori interni e di diverse funzioni innovative ma, tutti, mantengono sempre il nome originale Rabbit.
Le sue attuali moderne versioni variano considerevolmente ma, sia per motivi di carattere sentimentale che per il puro e semplice fattore estetico, questo genere di sex toys è riuscito a mantenere, a tutt’oggi, il suo nome originario.
Ci sono modelli base con una semplice punta e orecchie senza nessun altro fronzolo extra mentre, altri, hanno una testa definita con creste per dare una maggiore stimolazione durante la penetrazione, altri ancora offrono una stimolazione a ventosa invece che a ronzio. Alcuni modelli hanno stimolatori clitoridei che assomigliano più a dita o a nodini o, al loro posto, presentano un diverso accessorio idoneo a stimolare più efficacemente il clitoride mentre, altri ancora, hanno aste curve in punta per stimolare il punto G o hanno aste che si muovono, ruotano o spingono. Esistono poi modelli che offrono anche la stimolazione anale i quali, mentre solleticano il clitoride, penetrano contemporaneamente sia la vagina che l’ano.
Tuttavia, anche se le diverse combinazioni di stimolatori e di aste sono illimitate, lo scopo è sempre lo stesso: il piacere interno ed esterno simultaneo della donna durante il gioco, da sola o in coppia, finalizzato ad ottenere una sensazione profonda e integrata, spesso descritta come orgasmo misto o piacere misto.
Nella pornografia, esiste uno specifico filone incentrato esclusivamente sull’utilizzo del Rabbit da parte delle protagoniste femminili.