2 Storia del BDSM – dal medio evo all’età moderna
Storia del BDSM – XII secolo – L’amor cortese
L’ amor cortese nasce come un’esperienza ambivalente fondata sulla compresenza di desiderio erotico e tensione spirituale, ovvero tra sofferenza e piacere, tra angoscia ed esaltazione.
Per questa ragione, esso non può realizzarsi anche dentro il matrimonio, e l’amor cortese è quindi adultero per definizione. Esso è desiderio fisico. Si instaura fra la dama e l’amante un rapporto d’amore esclusivo.
Gli elementi caratterizzanti l’amor cortese sono:
- Il culto della donna, vista dall’amante come un essere sublime, irraggiungibile. In certi casi anche divino.
- L’inferiorità dell’uomo rispetto alla donna amata, l’amante si sottomette completamente e obbedisce alle volontà della donna. Tale rapporto fra i due sessi è definito “servizio d’amore”. L’amante presenta il suo omaggio alla donna e resta in umile adorazione di fronte a lei. Si tratta di un “amore-vassallaggio” in cui il rapporto tra l’uomo e la donna è simile a quello intercorrente tra il vassallo e il suo signore.
- L’amore inappagato, cioè l’amante non chiede nulla in cambio dei suoi servigi. Non si tratta però di amore spirituale, platonico, anzi si presenta con note sensuali.
- La gioia, o meglio una forma di ebbrezza ed esaltazione, di pienezza vitale, formata dall’amore impossibile, che però genera insieme anche sofferenza, tormento.
- L’amore adultero, che si svolge al di fuori del vincolo coniugale: addirittura, si teorizza che nel matrimonio non possa esistere veramente “amor fino”. Il matrimonio, infatti, spesso era un contratto stipulato per ragioni dinastiche o economiche. Il carattere adultero dell’amore esige il segreto, che tuteli l’onore della donna: per questo il suo nome non viene mai pronunciato dai poeti.
- Il conflitto tra amore e religione, scaturito dal culto per la donna divinizzata con il culto per Dio; inoltre la Chiesa condanna notoriamente il peccato dell’adulterio.
Non c’è certezza in merito al fatto se l’amor cortese fosse puramente letterario o di fatto praticato nella vita reale, ma di sicuro influenzò gli usi ed i costumi dell’epoca originando anche nella vita reale una forma di devozione servile e di ambivalenza simile a quella letteraria vista da alcuni autori come un modello precursore di B.D.S.M.
Dopo di questo periodo storico non si hanno più tracce documentate di forme di ricerca del dolore e/o di dominazione con connessioni di natura erotica/sessuale, ma solo di pratiche che esulano da tale contesto (tipo i flagellanti ad esempio).
1674–1702 – The Cully Flaug’d
Una delle prime flagellazioni ad essere documentata all’interno di un contesto erotico viene registrata già verso la fine del 1600 quando, per la prima volta appare in una pubblicazione erotica dell’era una donna dominatrice intenta a colpire un uomo, attualmente custodita al British Museum: “The Cully Flaug’d” del 1674–1702.
Una mezzatinta, ovvero un’illustrazione in chiaro e scuro, sulla quale viene riprodotta una giovane donna in piedi, la quale sollevando la gonna con la mano destra per mostrare la sua gamba nuda, con la sinistra tiene dei ramoscelli o bacchette per colpire un anziano uomo con gli occhiali con il deretano scoperto inginocchiato su una sedia.
1748 – Fanny Hill di John Cleland
Nel 1748, viene pubblicata la prima parte del romanzo erotico di John Cleland “Fanny Hill”, seguita nel 1749 dalla seconda parte.
Questo romanzo viene considerato “la prima pornografia inglese originale in prosa, e la prima pornografia a ricorrere in forma di romanzo”; durante il racconto delle vicissitudini della protagonista, Frances Hill detta Fanny, viene citata una scena di flagellazione che la protagonista del romanzo vive con un certo signor Barville, un ricco e giovane masochista che ha bisogno di frustate per godere del sesso.
Pratica questa che prendeva sempre più piede in Europa fra le persone tanto è vero che già nel 1769 si hanno notizie certe della presenza di bordelli specializzati in flagellazione.
1775 – Madame Gourdan
Tra i bordelli più famosi dell’epoca va ricordato quello di Chateau de Madame Gourdan sito in rue des Deux Portes, all’angolo di rue Saint-Sauveur al cui interno esisteva una camera insonorizzata (il Salon de Vulcano) adibita alle pratiche SM.
All’interno esisteva una sedia di contenzione, ideata dalla stessa tenutaria nel 1775, dove i clienti masochisti, venivano incatenati nudi e inermi alla sedia, ed erano tormentati dalle prostitute della casa con verghe e altri strumenti, mentre i clienti sadici potevano torturare (entro certi limiti) una ragazza della casa legata alla sedia stessa.