Troia

Pubblicato da Shiri Hikaru il

Parola spesso usata come offesa e con diverse accezioni…lo invece la trovo bellissima, una profonda descrizione e un delizioso complimento che fa emergere un modo di essere per troppo tempo soffocato e che, obiettivamente, è divenuto sempre più difficile ignorare. C’è chi si vergogna ad essere chiamata in questo modo, chi agisce da troia e poi si offende se lo si fa notare, per me invece equivale ad essere chiamata “principessa” perché lo sento veramente come la mia condizione naturale.

La magia di essere e sentirsi completamente troia nelle Sue mani. Accettarlo, riconoscerlo ed esserlo per Lui e grazie a Lui, perché é Lui che mi dà il coraggio e l’occasione di esprimere ciò che sono sempre stata. Si tratta quasi un bisogno primario che dovevo e devo prima di tutto a me stessa e che nasce da un desiderio intrinseco di non disporre più del mio corpo solo per poterne disporre appieno. Anche se detto così suona un po’ come una contraddizione in termini, eppure non lo è assolutamente, o almeno non lo avverto come tale. Alla fine è solo un nuovo modo di esprimere me stessa.

E’ prima di tutto una realizzazione di sé, senza retorica, vergogna, senza bisogno di nessuna sostanza che abbassi i freni inibitori del pudore e della morale. Ci sono momenti infatti in cui della morale non si sa che farsene…soprattutto quando non si avverte nulla di sbagliato in quello che si fa e in quello che si è: perché dovrebbe esserlo?

Troia